Ciao cari amici di armonica, eccomi nuovamente a parlare, o meglio scrivere, di uno degli aspetti più importanti del suonare l’armonica, ovvero il suo suono. Lo so, si è tanto distratti e attratti dall’amplificazione, dalla scelta del microfono giusto, dalla valvola più ingrassata dal tempo, dalla capsula più vintage, dall’effetto appena uscito, che spesso, troppo spesso, ci si dimentica che tutto nasce da noi e da come, in modo semplicemente acustico, facciamo suonare il nostro strumento.
Qualcuno mi disse un tempo: “Se non ti piace il tuo suono acustico è inutile che cerchi artifici, lavora sul tuo suono, il resto è un’appendice”. Sante parole!
Questo significa tanto e provo a dettagliare in diversi punti i principali aspetti coinvolti.
1 – La respirazione
E’ lei la principale indiziata, da lì parte tutto. Se pensi che respiri da quando sei nato e che continuerai a farlo per tutta la vita, allora vien da sé che deve essere un gesto naturale e consapevole, controllato quanto basta perché tutto funzioni correttamente. Ma non dimenticare: tutto parte da lì. Con pochi esercizi è facile riappropriarsi del proprio respiro e il diaframma non è un mito da svelare, è lì, lo usiamo in modo naturale tutte le volte che ci addormentiamo…Basta esserne consapevoli. E poi dico sempre: suonare l’armonica significa prima di tutto respirare attraverso l’armonica!
2 – Il timbro
Non è quello delle poste, ma la qualità del suono che riusciamo ad ottenere attraverso l’armonica. Ma lo strumento può fare la differenza? Beh, si, consiglio sempre di spendere almeno 25 euro per un’armonica, se ne spendete 5 non potete pretendere un gran che, avrete semplicemente buttato via i vostri soldi…ma con una spesa minima avrete tra le mani quel che vi serve. Per avere un buon timbro non vi serve un’armonica cara, ma tanta pratica ed esperienza. Il controllo del suono parte dalle respirazione corretta e interessa tutte le parti del nostro corpo attraversate dall’aria, dal diaframma alla cavità orale. Una buona guida saprà indicarvi come non incorrere in errore e valorizzare al meglio il vostro suono. E soprattutto: pratica! Tanta pratica!
3 – Gli abbellimenti
Appunto, abbellimenti di qualcosa che già funziona: una nota mal suonata ma vibrata non suonerà meglio… una nota chiara e definita sarà arricchita da un bel vibrato di mano o di gola
4 – L’imboccatura
Anche qui c’è da perderci un po’ di tempo. Note singole o più note insieme richiedono imboccature differenti, ma il contatto deve esser sempre mobido, profondo e soprattutto ermetico. Guardate le dimensioni di un singolo foro: se lì si trova la nota indiziata, allora il vostro respiro dovrà passare solo da lì e come puoi constatare da solo non passa tanta aria in un singolo foro, quindi basta indirizzarlo e non farai fatica.
5 – La pratica quotidiana
Sì, comprese le tecniche di base, bisogna applicarle, non c’è altro modo…ci vuole costanza, pazienza e dedizione. Spesso mi viene chiesto: ma in quanto tempo imparerò? Beh, questo dipende da tanti fattori, dagli obiettivi che ci si pone, ma soprattutto da quanto tempo ci si dedica tutti i giorni. E dico sempre: meglio 5 minuti tutti i giorni che un pomeriggio intero solo la domenica. Come tutti gli strumenti, ci vuole un po’ di tempo prima di acquisire dimestichezza. Quanto tempo? Seguendo un percorso serio, corretto e costante, vedrai i primi risultati veri dopo qualche mese e solo dopo un paio d’anni potrai dire “Ah, adesso si che mi diverto a suonare!” : )
6 – La memoria muscolare
Questo è l’unico grande segreto, non ce ne sono altri ed è valido per tutti gli strumenti. Cos’è la memoria muscolare? E’ il risultato di tanta pratica, soprattutto se ci si sofferma su piccoli dettagli. Faccio un esempio: se ripeto tante volte lo stesso gesto, dopo un po’ sono in grado di compierlo ad occhi chiusi, senza più pensare al gesto che sto compiendo, come me adesso che sto digitando sulla tastiera il testo di questo articolo, sto guardando lo schermo e muovendo le dita al ritmo del mio pensiero e le parole scorrono. La prima volta che vedo una tastiera (quelle del pc, non il pianoforte), vado a cercare ogni singola lettera, ma dopo un po’, quasi per magia, le vado a cercare proprio dove sono…magia? No, memoria, memoria muscolare!!! Se voglio veramente imparare a suonare un riff, lo devo isolare e ripeterlo, ripeterlo, ripeterlo fin quando anche i miei muscoli avranno imparato i movimenti da eseguire per ottenere la frase in studio. Non c’è altro!!! Capite le tecniche, comprese le minime basi teoriche, c’è solo da mettersi sotto con santa pazienza e ripetere e vedrete che i risultati vi arriveranno inattesi! Ah, non provate però a ripetere lo stesso riff per 8 ore consecutive, dopo un po’ di tempo non siete più ricettivi, i muscoli si stancano e non memorizzano…fatelo un tot tutti i giorni e uno di quelli lo farete senza pensarci e soprattutto non ve lo dimenticherete più!
Memoria muscolare!!!
7 – La tua voce musicale
L’armonica è la tua voce e come tale va trattata. Se parli a vanvera, suoni a vanvera. Se pensi a quello che devi dire, forse la tua armonica parlerà correttamente. Impara la grammatica, la fonetica, costruisci delle frasi di senso compiuto, crea un pensiero e mettilo in pratica. Solo così darai libertà alla tua vera voce musicale. Non lasciare all’armonica il controllo della tua musica, diventa tu il pilota del tuo strumento e avrai tante, tante soddisfazioni, ma soprattutto ti divertirai sempre di più
Bene, adesso mi fermo, se no potrei continuare a scrivere per ore : ) Ricordate: l’armonica suona perché ci respirate attraverso, tutto inizia e finisce con un gesto di respirazione. I miei studenti lo sanno bene : ) Ok, buon divertimento e ricordate che qui su Easyharp trovate il frutto di tanta esperienza, non lasciate le cose al caso e soprattutto, se siete principianti, non prendete brutte abitudini che poi sono così difficili e fastidiose da togliere, iniziate subito col piede giusto.
Ciao a presto
Paolo Demontis (l’autore di Easyharp)